ROMA. Gli elettori laziali saranno costretti a tornare alle
urne per rinnovare il consiglio della loro regione. È quanto si vocifera lungo i corridoi de La Pisana.
Il motivo: un ricorso presentato al Tar da Radicali, Verdi, Socialisti
Riformisti e Movimento Cittadini e Lavoratori. Tale ricorso sostiene che la spending review del governo Monti, con
cui il consiglio regionale è passato da 70 a 50 componenti, sia stata accolta
dalla giunta Polverini secondo procedure irregolari. All’epoca la giunta
Polverini, in procinto di rassegnare le dimissioni, si limitò ad emanare un
decreto, senza tuttavia apportare modifiche alla legge elettorale né lo statuto,
come invece avrebbe dovuto. Prima delle elezioni, i succitati ricorrenti
chiesero al Tar una sospensiva del voto, ma il tribunale non l’accolse. Ciò
nonostante, il giudice non respinse il ricorso e, anzi, lo ritenne “meritevole
di attenta discussione”, rimandando l’udienza al 7 marzo successivo. Il 7
marzo, con le urne ancora calde, si è preferito non entrare nel merito della
questione; piuttosto, è stato esaminato se i ricorrenti avessero legittimo
titolo per portare la questione in giudizio. Attualmente, tutto è rinviato al
18 aprile, data in cui il Tar dovrà pronunciarsi definitivamente o rimandare la
decisione alla Corte Costituzionale. Nel qual caso, i tempi si dilateranno ancora.
Nessun commento:
Posta un commento